Ala Gemin
Nel 1992 l’architetto trevisano Luciano Gemin progettò Ala Gemin, ampliamento del Museo, destinata ad accogliere attività seminariali e conferenze. Il nuovo corpo sfrutta il dislivello del terreno creando livelli diversi all’interno: la sala Ipogea, situata nel livello più basso, è adibita a sala conferenze ed è l’unica parte dell’ampliamento che “si appoggia” all’Ala realizzata da Carlo Scarpa tra il 1955 e il 1957. La sala progettata da Gemin presenta delle aperture sul soffitto dalle quali entra la luce zenitale, inoltre nel piano più basso presenta un sistema di vetrate più articolate che sottolineano la volontà dell’architetto di far dialogare interno ed esterno permettendo al visitatore di osservare l’ala scarpiana. L’architetto Gemin realizzò il pavimento della terrazza con dei ciottoli neri e bianchi che, disposti in modo logico e articolato, ripropongono il disegno a triangoli curato precedentemente da Carlo Scarpa, sottolineando così la stima nei suoi confronti. Luciano Gemin infatti intraprese gli studi di architettura presso l’università di Venezia dove ebbe la possibilità di conoscere il famoso architetto veneziano Carlo Scarpa (1906-78).
Ala Gemin, interno
Tra i due si instaurò sia un rapporto lavorativo che un profondo legame di amicizia e rispetto reciproco. Nel 1953 Gemin si laureò con relatore Carlo Scarpa e l’anno successivo iniziò l’attività professionale, cui affiancò l’insegnamento di disegno e storia dell’arte; nel 1955 a Cortina d’Ampezzo lavorò presso lo studio di Edoardo Gellner (1909-2004). Gemin e Scarpa collaborarono nel 1976 al progetto di restaurazione della banca di Gemona, che venne però portato a compimento dall’architetto trevisano in quanto Scarpa morì prematuramente nel 1978. Da questo progetto l’architetto Gemin prese ispirazione per la realizzazione dell’Ala Gemin nel museo Antonio Canova di Possagno. Attualmente, all’interno dell’Ala Gemin, sono disposte le opere che necessitano di essere restaurante quali la Testa ideale, Venere che esce dal bagno, Najade giacente, l’Ebe e la danzatrice con dito al mento, ma anche i bassorilievi che precedentemente erano situati all’interno dell’ala Lazzari.
Luciano Gemin
Luciano Gemin nasce nel 1928 a Treviso, studia all’Accademia di Belle Arti e all’Università di Architettura di Venezia dove si laurea nel 1953 con relatore Carlo Scarpa.
L’anno successivo inizia l’attività professionale, cui affianca l’insegnamento di disegno e storia dell’arte; nel 1955 è a Cortina d’Ampezzo presso lo studio di Edoardo Ghellner.
Vive e lavora a Treviso dove, fin dai primi anni ‘60, si occupa di riqualificazione di parti del tessuto storico, in particolare costruisce il complesso “il Mulinetto”, collegato con l’isola della pescheria e una casa di riposo nei pressi di porta San Tommaso. Ha occasione di collaborare con Carlo Scarpa, nel 1963, alla riconfigurazione dell’atrio del condominio Roma a Treviso, nel 1974, al progetto del nuovo museo civico allestito nell’ex Convento di S.Caterina, sempre a Treviso, cui fa seguito l’incarico della nuova sede centrale di una banca a Gemona del Friuli, ultimata nel 1983 a cinque anni dalla morte del Maestro.
L’attività di allestimento inizia nel 1967, ancora a Treviso e in collaborazione con Carlo Scarpa, con l’antologica sull’opera di Arturo Martini e nel 1974, con la mostra dei dipinti di Gino Rossi. Nel 1986, firma l’allestimento della mostra “Le Venezia possibili”, al Museo Correr di Venezia e l’esposizione “Opere Veneziane in Friuli”, nella chiesa di S.Francesco a Pordenone, entrambe a cura di Giuseppe Mazzariol, con cui stringe un’intensa amicizia.
Negli anni ’80 cura il restauro del Teatro Duse ad Asolo, di Villa Reale a Stra (Venezia), dei palazzi Spineda, Ancillotto e Rinaldi a Treviso, oltre ad alcuni interventi di riqualificazione urbana a Castelfranco Veneto e il recupero urbanistico ed edilizio di un borgo medioevale a Zegliacco (Udine). Segue poi l’intervento di ristrutturazione di un intero isolato urbano a Treviso, con l’inserimento di un centro congressi all’interno di una casa gotica del ‘300 denominata Casa dei Carraresi e dei Brittoni. A Venezia lavora al restauro dell’ex Cinema S.Margherita, adibito ad auditorium per l’Università di Ca’ Foscari e al riuso di Palazzo Zorzi Liassidi. Nel 1992 completa l’ampliamento della Gypsotheca di Antonio Canova a Possagno, accanto all’ala aggiunta da Carlo Scarpa nel 1956. Tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000 vengono ultimati i restauri del teatro Eden e del complesso monumentale di Santa Caterina, a Treviso, l’abitazione veneziana del regista Luigi Magni e il riuso della facoltà di lettere dell’università Ca’ Foscari di Venezia, nell’ex convento di San Sebastiano.