Nel 1813, dopo vari disegni (alcuni comuni anche alla bellissima Danzatrice con le mani sui fianchi) e numerosi ripensamenti, Canova concretizza la famosa scultura rappresentante Talia, Aglaia ed Eufrosine, le tre grazie della mitologia greca, che oggi si può ammirare in marmo all’Ermitage di San Pietroburgo e al Victoria and Albert museum di Londra, ed in gesso al Museo Gypsotheca di Possagno. Lo splendore della prima scultura marmorea, richiesta dalla prima moglie di Napoleone Bonaparte nel 1815, sprona il duca inglese di Bedford a richiederne una copia due anni dopo. Dallo stesso gesso Canova ottiene la statua che verrà inviata da Roma nel 1818 e poi posta nella residenza inglese di Wobourn Abbey l’anno successivo.
Le tre divinità si abbracciano in un groviglio di mani e carezze, inclinando le teste che si guardano e quasi coprendosi con un drappo leggero. Tutti questi elementi concorrono ad unire le tre giovani tra loro e nel contempo a fonderle con lo spazio attorno. Le figure sono frontali, con i piedi fermi, statici, ma tutte le parti superiori dei corpi creano continui rimandi tra loro e una circolarità di interazioni. La mancanza di simmetria infatti non disturba l’osservatore, ma trasmette serenità, anche grazie alla complessiva semplicità della composizione.
Si può affermare che lo scultore di Possagno sia riuscito davvero in questa scultura a tradurre in una realtà visiva e concreta le tre sfumature senza tempo della grazia: l’armonia, la bellezza e l’amabilità. Molti critici e studiosi ne parleranno felicemente:
Tali (che più avvenenti non può per avventura l’immaginazione raffigurarle) saranno certamente a’ Greci comparse queste divine figlie di Giove, la prima volta, che dall’idea astratta della grazia avrà un felice ingegno immaginato di darne un’immagine concreta, scolpendole, e dipingendole, de che essi n’ebbero tanta e sì alta venerazione.
In questo gruppo lo scultore all'ingegno di Fidia riunir seppe quello d’Anacreonte [...]”
Antonio Canova, Le Grazie, 1813, gesso
A cura di Sara Irmi
FONTE:
M. Guderzo (a cura di) Le Grazie di Antonio Canova, 2013, Antiga edizioni, TV.